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 PURGATORIO CANTO 28

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MessaggioTitolo: PURGATORIO CANTO 28   PURGATORIO CANTO 28 Icon_minitimeDom Feb 08, 2009 1:06 am

28. 1 Vago già di cercar dentro e dintorno
28. 2 la divina foresta spessa e viva,
28. 3 ch'a li occhi temperava il novo giorno,

28. 4 sanza più aspettar, lasciai la riva,
28. 5 prendendo la campagna lento lento
28. 6 su per lo suol che d'ogne parte auliva.

28. 7 Un'aura dolce, sanza mutamento
28. 8 avere in sé, mi feria per la fronte
28. 9 non di più colpo che soave vento;

28. 10 per cui le fronde, tremolando, pronte
28. 11 tutte quante piegavano a la parte
28. 12 u' la prim'ombra gitta il santo monte;

28. 13 non però dal loro esser dritto sparte
28. 14 tanto, che li augelletti per le cime
28. 15 lasciasser d'operare ogne lor arte;

28. 16 ma con piena letizia l'ore prime,
28. 17 cantando, ricevieno intra le foglie,
28. 18 che tenevan bordone a le sue rime,

28. 19 tal qual di ramo in ramo si raccoglie
28. 20 per la pineta in su 'l lito di Chiassi,
28. 21 quand'Eolo scilocco fuor discioglie.

28. 22 Già m'avean trasportato i lenti passi
28. 23 dentro a la selva antica tanto, ch'io
28. 24 non potea rivedere ond'io mi 'ntrassi;

28. 25 ed ecco più andar mi tolse un rio,
28. 26 che 'nver' sinistra con sue picciole onde
28. 27 piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo.

28. 28 Tutte l'acque che son di qua più monde,
28. 29 parrieno avere in sé mistura alcuna,
28. 30 verso di quella, che nulla nasconde,

28. 31 avvegna che si mova bruna bruna
28. 32 sotto l'ombra perpetua, che mai
28. 33 raggiar non lascia sole ivi né luna.

28. 34 Coi piè ristretti e con li occhi passai
28. 35 di là dal fiumicello, per mirare
28. 36 la gran variazion d'i freschi mai;

28. 37 e là m'apparve, sì com'elli appare
28. 38 subitamente cosa che disvia
28. 39 per maraviglia tutto altro pensare,

28. 40 una donna soletta che si gia
28. 41 e cantando e scegliendo fior da fiore
28. 42 ond'era pinta tutta la sua via.

28. 43 «Deh, bella donna, che a' raggi d'amore
28. 44 ti scaldi, s'i' vo' credere a' sembianti
28. 45 che soglion esser testimon del core,

28. 46 vegnati in voglia di trarreti avanti»,
28. 47 diss'io a lei, «verso questa rivera,
28. 48 tanto ch'io possa intender che tu canti.

28. 49 Tu mi fai rimembrar dove e qual era
28. 50 Proserpina nel tempo che perdette
28. 51 la madre lei, ed ella primavera».

28. 52 Come si volge, con le piante strette
28. 53 a terra e intra sé, donna che balli,
28. 54 e piede innanzi piede a pena mette,

28. 55 volsesi in su i vermigli e in su i gialli
28. 56 fioretti verso me, non altrimenti
28. 57 che vergine che li occhi onesti avvalli;

28. 58 e fece i prieghi miei esser contenti,
28. 59 sì appressando sé, che 'l dolce suono
28. 60 veniva a me co' suoi intendimenti.

28. 61 Tosto che fu là dove l'erbe sono
28. 62 bagnate già da l'onde del bel fiume,
28. 63 di levar li occhi suoi mi fece dono.

28. 64 Non credo che splendesse tanto lume
28. 65 sotto le ciglia a Venere, trafitta
28. 66 dal figlio fuor di tutto suo costume.

28. 67 Ella ridea da l'altra riva dritta,
28. 68 trattando più color con le sue mani,
28. 69 che l'alta terra sanza seme gitta.

28. 70 Tre passi ci facea il fiume lontani;
28. 71 ma Elesponto, là 've passò Serse,
28. 72 ancora freno a tutti orgogli umani,

28. 73 più odio da Leandro non sofferse
28. 74 per mareggiare intra Sesto e Abido,
28. 75 che quel da me perch'allor non s'aperse.

28. 76 «Voi siete nuovi, e forse perch'io rido»,
28. 77 cominciò ella, «in questo luogo eletto
28. 78 a l'umana natura per suo nido,

28. 79 maravigliando tienvi alcun sospetto;
28. 80 ma luce rende il salmo *Delectasti*,
28. 81 che puote disnebbiar vostro intelletto.

28. 82 E tu che se' dinanzi e mi pregasti,
28. 83 dì s'altro vuoli udir; ch'i' venni presta
28. 84 ad ogne tua question tanto che basti».

28. 85 «L'acqua», diss'io, «e 'l suon de la foresta
28. 86 impugnan dentro a me novella fede
28. 87 di cosa ch'io udi' contraria a questa».

28. 88 Ond'ella: «Io dicerò come procede
28. 89 per sua cagion ciò ch'ammirar ti face,
28. 90 e purgherò la nebbia che ti fiede.

28. 91 Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace,
28. 92 fé l'uom buono e a bene, e questo loco
28. 93 diede per arr'a lui d'etterna pace.

28. 94 Per sua difalta qui dimorò poco;
28. 95 per sua difalta in pianto e in affanno
28. 96 cambiò onesto riso e dolce gioco.

28. 97 Perché 'l turbar che sotto da sé fanno
28. 98 l'essalazion de l'acqua e de la terra,
28. 99 che quanto posson dietro al calor vanno,

28.100 a l'uomo non facesse alcuna guerra,
28.101 questo monte salìo verso 'l ciel tanto,
28.102 e libero n'è d'indi ove si serra.

28.103 Or perché in circuito tutto quanto
28.104 l'aere si volge con la prima volta,
28.105 se non li è rotto il cerchio d'alcun canto,

28.106 in questa altezza ch'è tutta disciolta
28.107 ne l'aere vivo, tal moto percuote,
28.108 e fa sonar la selva perch'è folta;

28.109 e la percossa pianta tanto puote,
28.110 che de la sua virtute l'aura impregna,
28.111 e quella poi, girando, intorno scuote;

28.112 e l'altra terra, secondo ch'è degna
28.113 per sé e per suo ciel, concepe e figlia
28.114 di diverse virtù diverse legna.

28.115 Non parrebbe di là poi maraviglia,
28.116 udito questo, quando alcuna pianta
28.117 sanza seme palese vi s'appiglia.

28.118 E saper dei che la campagna santa
28.119 dove tu se', d'ogne semenza è piena,
28.120 e frutto ha in sé che di là non si schianta.

28.121 L'acqua che vedi non surge di vena
28.122 che ristori vapor che gel converta,
28.123 come fiume ch'acquista e perde lena;

28.124 ma esce di fontana salda e certa,
28.125 che tanto dal voler di Dio riprende,
28.126 quant'ella versa da due parti aperta.

28.127 Da questa parte con virtù discende
28.128 che toglie altrui memoria del peccato;
28.129 da l'altra d'ogne ben fatto la rende.

28.130 Quinci Letè; così da l'altro lato
28.131 Eunoè si chiama, e non adopra
28.132 se quinci e quindi pria non è gustato:

28.133 a tutti altri sapori esto è di sopra.
28.134 E avvegna ch'assai possa esser sazia
28.135 la sete tua perch'io più non ti scuopra,

28.136 darotti un corollario ancor per grazia;
28.137 né credo che 'l mio dir ti sia men caro,
28.138 se oltre promession teco si spazia.

28.139 Quelli ch'anticamente poetaro
28.140 l'età de l'oro e suo stato felice,
28.141 forse in Parnaso esto loco sognaro.

28.142 Qui fu innocente l'umana radice;
28.143 qui primavera sempre e ogne frutto;
28.144 nettare è questo di che ciascun dice».

28.145 Io mi rivolsi 'n dietro allora tutto
28.146 a' miei poeti, e vidi che con riso
28.147 udito avean l'ultimo costrutto;
28.148 poi a la bella donna torna' il viso.
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