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 PURGATORIO CANTO 5

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MessaggioTitolo: PURGATORIO CANTO 5   PURGATORIO CANTO 5 Icon_minitimeDom Feb 08, 2009 1:17 am

5. 1 Io era già da quell'ombre partito,
5. 2 e seguitava l'orme del mio duca,
5. 3 quando di retro a me, drizzando 'l dito,

5. 4 una gridò: «Ve' che non par che luca
5. 5 lo raggio da sinistra a quel di sotto,
5. 6 e come vivo par che si conduca!».

5. 7 Li occhi rivolsi al suon di questo motto,
5. 8 e vidile guardar per maraviglia
5. 9 pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto.

5. 10 «Perché l'animo tuo tanto s'impiglia»,
5. 11 disse 'l maestro, «che l'andare allenti?
5. 12 che ti fa ciò che quivi si pispiglia?

5. 13 Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
5. 14 sta come torre ferma, che non crolla
5. 15 già mai la cima per soffiar di venti;

5. 16 ché sempre l'omo in cui pensier rampolla
5. 17 sovra pensier, da sé dilunga il segno,
5. 18 perché la foga l'un de l'altro insolla».

5. 19 Che potea io ridir, se non «Io vegno»?
5. 20 Dissilo, alquanto del color consperso
5. 21 che fa l'uom di perdon talvolta degno.

5. 22 E 'ntanto per la costa di traverso
5. 23 venivan genti innanzi a noi un poco,
5. 24 cantando "*Miserere*" a verso a verso.

5. 25 Quando s'accorser ch'i' non dava loco
5. 26 per lo mio corpo al trapassar d'i raggi,
5. 27 mutar lor canto in un «oh!» lungo e roco;

5. 28 e due di loro, in forma di messaggi,
5. 29 corsero incontr'a noi e dimandarne:
5. 30 «Di vostra condizion fatene saggi».

5. 31 E 'l mio maestro: «Voi potete andarne
5. 32 e ritrarre a color che vi mandaro
5. 33 che 'l corpo di costui è vera carne.

5. 34 Se per veder la sua ombra restaro,
5. 35 com'io avviso, assai è lor risposto:
5. 36 fàccianli onore, ed essere può lor caro».

5. 37 Vapori accesi non vid'io sì tosto
5. 38 di prima notte mai fender sereno,
5. 39 né, sol calando, nuvole d'agosto,

5. 40 che color non tornasser suso in meno;
5. 41 e, giunti là, con li altri a noi dier volta
5. 42 come schiera che scorre sanza freno.

5. 43 «Questa gente che preme a noi è molta,
5. 44 e vegnonti a pregar», disse 'l poeta:
5. 45 «però pur va, e in andando ascolta».

5. 46 «O anima che vai per esser lieta
5. 47 con quelle membra con le quai nascesti»,
5. 48 venian gridando, «un poco il passo queta.

5. 49 Guarda s'alcun di noi unqua vedesti,
5. 50 sì che di lui di là novella porti:
5. 51 deh, perché vai? deh, perché non t'arresti?

5. 52 Noi fummo tutti già per forza morti,
5. 53 e peccatori infino a l'ultima ora;
5. 54 quivi lume del ciel ne fece accorti,

5. 55 sì che, pentendo e perdonando, fora
5. 56 di vita uscimmo a Dio pacificati,
5. 57 che del disio di sé veder n'accora».

5. 58 E io: «Perché ne' vostri visi guati,
5. 59 non riconosco alcun; ma s'a voi piace
5. 60 cosa ch'io possa, spiriti ben nati,

5. 61 voi dite, e io farò per quella pace
5. 62 che, dietro a' piedi di sì fatta guida
5. 63 di mondo in mondo cercar mi si face».

5. 64 E uno incominciò: «Ciascun si fida
5. 65 del beneficio tuo sanza giurarlo,
5. 66 pur che 'l voler nonpossa non ricida.

5. 67 Ond'io, che solo innanzi a li altri parlo,
5. 68 ti priego, se mai vedi quel paese
5. 69 che siede tra Romagna e quel di Carlo,

5. 70 che tu mi sie di tuoi prieghi cortese
5. 71 in Fano, sì che ben per me s'adori
5. 72 pur ch'i' possa purgar le gravi offese.

5. 73 Quindi fu' io; ma li profondi fóri
5. 74 ond'uscì 'l sangue in sul quale io sedea,
5. 75 fatti mi fuoro in grembo a li Antenori,

5. 76 là dov'io più sicuro esser credea:
5. 77 quel da Esti il fé far, che m'avea in ira
5. 78 assai più là che dritto non volea.

5. 79 Ma s'io fosse fuggito inver' la Mira,
5. 80 quando fu' sovragiunto ad Oriaco,
5. 81 ancor sarei di là dove si spira.

5. 82 Corsi al palude, e le cannucce e 'l braco
5. 83 m'impigliar sì ch'i' caddi; e lì vid'io
5. 84 de le mie vene farsi in terra laco».

5. 85 Poi disse un altro: «Deh, se quel disio
5. 86 si compia che ti tragge a l'alto monte,
5. 87 con buona pietate aiuta il mio!

5. 88 Io fui di Montefeltro, io son Bonconte;
5. 89 Giovanna o altri non ha di me cura;
5. 90 per ch'io vo tra costor con bassa fronte».

5. 91 E io a lui: «Qual forza o qual ventura
5. 92 ti traviò sì fuor di Campaldino,
5. 93 che non si seppe mai tua sepultura?».

5. 94 «Oh!», rispuos'elli, «a piè del Casentino
5. 95 traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano,
5. 96 che sovra l'Ermo nasce in Apennino.

5. 97 Là 've 'l vocabol suo diventa vano,
5. 98 arriva' io forato ne la gola,
5. 99 fuggendo a piede e sanguinando il piano.

5.100 Quivi perdei la vista e la parola
5.101 nel nome di Maria fini', e quivi
5.102 caddi, e rimase la mia carne sola.

5.103 Io dirò vero e tu 'l ridì tra ' vivi:
5.104 l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno
5.105 gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?

5.106 Tu te ne porti di costui l'etterno
5.107 per una lagrimetta che 'l mi toglie;
5.108 ma io farò de l'altro altro governo!".

5.109 Ben sai come ne l'aere si raccoglie
5.110 quell'umido vapor che in acqua riede,
5.111 tosto che sale dove 'l freddo il coglie.

5.112 Giunse quel mal voler che pur mal chiede
5.113 con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento
5.114 per la virtù che sua natura diede.

5.115 Indi la valle, come 'l dì fu spento,
5.116 da Pratomagno al gran giogo coperse
5.117 di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento,

5.118 sì che 'l pregno aere in acqua si converse;
5.119 la pioggia cadde e a' fossati venne
5.120 di lei ciò che la terra non sofferse;

5.121 e come ai rivi grandi si convenne,
5.122 ver' lo fiume real tanto veloce
5.123 si ruinò, che nulla la ritenne.

5.124 Lo corpo mio gelato in su la foce
5.125 trovò l'Archian rubesto; e quel sospinse
5.126 ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce

5.127 ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse;
5.128 voltòmmi per le ripe e per lo fondo,
5.129 poi di sua preda mi coperse e cinse».

5.130 «Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
5.131 e riposato de la lunga via»,
5.132 seguitò 'l terzo spirito al secondo,

5.133 «ricorditi di me, che son la Pia:
5.134 Siena mi fé, disfecemi Maremma:
5.135 salsi colui che 'nnanellata pria
5.136 disposando m'avea con la sua gemma».
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